Logo croce Ares118Giornata mondiale dell'igiene delle mani

Domenica 5 maggio 2024

Dalla newsletter aziendale:

IMPRONTE CONTATTO

"Anche se inconsapevolmente tutti lasceremo un'impronta" (cit.)

Poche volte ci soffermiamo a riflettere sulle mani, strumenti e mezzi attraverso i quali entriamo in contatto con il mondo e l’altro, comunichiamo, creiamo relazione. Appena nati, sono le mani dei nostri genitori ad accoglierci, accarezzarci, sorreggerci, nutrirci con gesti d’affetto; sono altresì il mezzo attraverso il quale abbiamo accesso alla realtà: si pensi che già nei primi 3 mesi di vita sviluppiamo la capacità di manipolare e afferrare oggetti, abilità che favorisce uno dei primi passi verso l’autonomia. “L’organo degli organi”, le definì il filosofo Aristotele, indicandole come strumento della mente: è infatti grazie alle mani che si concretizza l’azione, rendendo manifesto il pensiero. "La finestra della mente” le ha considerate il filosofo Kant, poiché riconosciute capaci di accompagnare, attraverso la gestualità, l’espressione delle emozioni e del linguaggio. Molteplici sono le funzioni, le azioni, i significati, espressi attraverso le mani: una mano sulla spalla esprime vicinanza e conforto, le mani giunte un segno di preghiera, quelle sul volto esprimono vergogna, il loro battito per congratularsi, la stretta di mano per sugellare un accordo. Emblematico il gesto raffigurante la potenza creatrice in uno degli affreschi più noti al mondo, la “Creazione di Adamo”, di Michelangelo Buonarroti, in cui sono rappresentati gli indici di Dio e di Adamo poco prima di entrare in contatto, potente atto di energia e al contempo di delicatezza. Il senso del tatto permette di esplorare il mondo, entrare in connessione con l’altro e creare relazione. Ma in che modo entriamo in contatto con l’altro? Siamo in grado di farlo con-tatto? L'avere tatto sottolinea la delicatezza con cui ci avviciniamo all'esistenza delle persone con cui desideriamo creare una connessione e la cura con cui le tocchiamo lasciando su di esse le nostre impronte.
Avete mai pensato che fra le componenti di un tocco benefico potesse esserci anche l'igiene delle mani?
Carissimi lettori, in occasione della Giornata Mondiale che si celebrerà il prossimo 5 maggio, dedichiamo il numero di questo mese all'importanza di curare l'igiene delle mani affinché il nostro tocco sia benefico e non comporti il rischio di danneggiare l'altro. Le mani, strumento prezioso in nostra dotazione, possono infatti anche costituire un pericolo per la salute nostra e dell'altro a causa della trasmissione di virus e batteri.
Dunque, attraverso le mani possiamo sì veicolare cura, conforto, sostegno, rendere concreto l'aiuto all'altro e lasciare su di lui un'impronta di bene, ma questo solo se ne curiamo l'igiene!
E tu quale impronta vuoi lasciare sul mondo?

Gli effetti benefici del contatto fisico

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze della Royal Netherlands Academy of Art and Sciences di Amsterdam ha pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour l'analisi di 212 studi, che hanno coinvolto negli anni 12.966 persone di tutte le età, sugli effetti benefici dei gesti che esprimono vicinanza attraverso il senso del tatto.
I ricercatori tedeschi hanno esplorato gli effetti che ha in generale il contatto sulla salute mentale e fisica. Il risultato è stato che abbracci e carezze sembrano migliorare significativamente il benessere sia della psiche che del corpo, il contatto fisico infatti riduce la percezione del dolore, gli stati ansiosi, la depressione e lo stress. È emerso che questi effetti si producono in tutte le persone coinvolte, ma sarebbero ancora più rilevanti nelle persone che soffrono di problemi fisici e mentali e nei bambini.

È stato riscontrato anche che non esistono differenze di benefici in base al tipo di tocco, che sembrerebbero avere tutti la stessa efficacia, nonché il grado di confidenza con chi ci tocca. È invece discriminante la frequenza dei contatti: più spesso si ripetono, maggiori sono i benefici che se ne ricavano.

I ricercatori hanno anche rilevato differenti risultati in base al sito corporeo su cui avviene il contatto: testa, viso o cuoio capelluto, produrrebbero maggiori benefici. Il prossimo passo, auspicano gli autori, sarà esaminare l’efficacia dei diversi tipi di contatto fisico analizzando anche le differenze che potrebbero esistere tra varie culture.
Qualsiasi contatto tattile nelle pratiche assistenziali in ambito sanitario, si configura come atto terapeutico e di cura, e affinché sia consapevole, di qualità e veicolo di vicinanza e delicatezza, non può prescindere dal pulito e dall’igiene.

La giornata mondiale per l'igene delle mani

Le infezioni correlate all'assistenza (HAIs, Healthcare Associated Infections) sono, l’evento avverso più frequente nell’assistenza sanitaria erogata al paziente e spesso sono causa di un prolungamento della degenza in ospedale, della disabilità a lungo termine, dei decessi e di un rischio di sviluppo di resistenza agli antimicrobici da parte dei microrganismi con costi aggiuntivi significativi per il Sistema Sanitario. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di ricordare l'importanza del frequente lavaggio delle mani per la prevenzione delle infezioni trasmissibili soprattutto negli ambienti di cura, ogni anno per il 5 Maggio, promuove la Giornata Mondiale per l'Igiene delle Mani; attuare infatti nei tempi e modi raccomandati dalle indicazioni di letteratura l’igiene delle mani contribuisce a ridurre i rischi di infezioni. Per costruire una cultura della sicurezza e della qualità Ares 118 pone il semplice gesto di lavare le mani come prioritario e centrale in questo processo e a tal fine agisce sulla consapevolezza degli operatori sanitari fornendo una istruzione operativa specifica.
L'istruzione operativa di Ares118, consultabile sul sito intranet aziendale, ha lo scopo di indicare le corrette ed efficaci procedure di igienizzazione delle mani, al fine di ridurre la carica batterica e prevenire le infezioni connesse alle attività assistenziali, ed è rivolta a tutti gli operatori che svolgono il proprio lavoro sui mezzi di soccorso.
L’igiene delle mani inizia dall’aver cura di:

  • controllare che le proprie mani siano prive di lesioni o ferite;
  • mantenere le unghie corte, rimuovere lo smalto e le unghie artificiali;
  • rimuovere i monili (anelli, bracciali, orologi).

Nonostante le istruzioni sul lavaggio delle mani dipendano dal tipo, intensità, durata e sequenza delle attività svolte, le indicazioni generali sono:

  • prima e dopo l’esecuzione di procedure invasive o di medicazione;
  • prima e dopo aver assistito il paziente;
  • dopo il contatto accidentale con materiali biologici e con strumenti o materiali potenzialmente contaminati;
  • prima della preparazione e somministrazione di farmaci;
  • durante l’esecuzione di procedure diverse sullo stesso paziente;
  • dopo l’uso di servizi igienici e dopo essersi soffiati il naso.

IMPORTANTE!
L’uso dei guanti durante l’assistenza al paziente non elimina la necessità di lavarsi le mani!

Lo sai che...

Fu una intuizione del medico ungherese Ignác Semmelweis, quella di comprendere che il semplice gesto di lavare le mani potesse salvare la vita dei suoi pazienti. Era un giovane medico da poco in servizio presso il Reparto di Ostetricia dell'Ospedale di Vienna, nel 1846, quando si accorse che nella prima divisione del suo reparto, quella in cui operavano i medici, le donne morivano dopo il parto in numero in gran lunga superiore per febbre puerperale, rispetto alle donne della seconda divisione, in cui a prestare assistenza alle nascite erano solo le ostetriche.

Al tempo, in tutta Europa, i tassi di morte per febbre puerperale erano elevati, si trattava di una piaga a carattere epidemico.
La comunità medica cercava di trovare le cause di tale infezione ma senza alcun successo;

Fu Semmelweis che nella circostanza della morte del patologo forense Jakob Kolletschka, suo amico, in seguito al ferimento accidentale durante un'autopsia, si accorse che i risultati dell'autopsia sullo stesso non differivano molto da quelli delle donne morte nella prima divisione del suo reparto di ostetricia.Non essendoci allora conoscenza dell'esistenza di virus e batteri, attribuì la causa delle febbri puerperali alle cosiddette “particelle cadaveriche”, rilevate tanto sulle donne morte dopo il parto quanto sul corpo dell'amico Jakob. Egli intuì che il veicolo infettivo era proprio costituito da una non adeguata igiene delle mani dei medici che eseguivano le autopsie senza guanti e che poi, seppur dopo avere lavato le mani con acqua, visitavano le donne ricoverate nella prima divisione del reparto di ostetricia. Questa era una pratica allora ritenuta del tutto normale proprio perché non si conosceva la pericolosità dei germi e delle infezioni.
A dimostrazione di quanto ipotizzato, Semmelweis mise a punto una soluzione igienizzante, a base di ipoclorito di calcio, con cui i medici della prima divisione dovevano lavare le mani prima di visitare le pazienti in reparto travaglio. I risultati confermarono la sua intuizione: le morti delle donne della prima divisione nell'arco di un anno scesero dal 7,8% al 1,27%, una percentuale inferiore anche a quella della seconda divisione.

L'agente esterno introdotto nel canale vaginale era la misteriosa causa delle infezioni della febbre puerperale e poteva facilmente essere prevenuto attraverso un'accurata igienizzazione delle mani.
Nonostante l'evidenza dei risultati, Semmelweis fu inizialmente osteggiato dalla comunità scientifica che non accettava come univoca la sua spiegazione delle cause della febbre puerperale, finché Pasteur formulò la teoria dei germi secondo cui ogni malattia era dovuta all'infezione di un microbo diverso; solo allora la sua intuizione cominciò ad essere gradualmente accettata sebbene ci vollero decenni affinché raggiungesse il pieno e definitivo riconoscimento, anche delle necessarie pratiche di igienizzazione.

Giorgio Gaber nella canzone "Le mani" , del 1974, racconta gli uomini attraverso la descrizione e la relazione fra le mani.
"Un gioco festoso un intreccio di mani”, “Mani dappertutto tantissime mani"...

Di facile orecchiabilità e squisita musicalità, "Mani" di Edoardo De Crescenzo è una canzone del 1982 il cui testo è un vero e proprio inno alle mani. "Le mani ferite….le mani pulite", canta l'autore, "Le mani che sanno parlare, le mani che sanno guarire"...

Responsabile Redazione:
dott.ssa Chiara Gaggi

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